Per info e adesioni
CGIL Belluno 0437-948046
Calderone Benedetto 334-7001586
Zuccolotto Luca 347-4512755
Partenza venerdì h 23,00 Piazzale della resistenza BL ( di fronte stadio)
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Zuccolotto Luca 347-4512755
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Acc, previste solamente tre giornate di lavoro 19-04-2013
Mel, all’incontro tra parti sociali e azienda dopo il “no” degli austriaci i sindacati chiedono il rispetto degli impegni sui volumi di produzione
25 posti in forse
Pulizie e mensa, lavoratori a rischio
Appesa alle sorti dell’Acc italiana c’è la vicenda dei lavoratori della mensa e delle pulizie che operano nello stabilimento zumellese. Anche per loro questi sono giorni di grande ansia, perché se chiuderà la fabbrica anche per loro si mette male. Anzi c’è solo la disoccupazione per loro visto che operando per alcune cooperative non hanno diritto a nient’altro. Si tratta di 25 lavoratori tra addetti alle mense e alle pulizie industriali che hanno manifestato fin da subito la loro solidarietà ai colleghi della fabbrica metalmeccanica, scendendo addirittura in piazza con loro e scioperando con loro. «Malgrado la fatica bestia per recuperare lo stipendio alla fine di ogni mese, è importante per noi capire se saremmo destinati a rimanere a piedi»; dicono dalla Fisascat Cisl e dalla Filcams Cgil.
Relazioni sindacali al minimo la Fiom risponde alla Clivet 16-04-2013
FELTRE Il durissimo comunicato distribuito dalla Clivet a tutte le maestranze dell'azienda dopo la pubblicazione sul nostro giornale dell’articolo dedicato alla situazione dell'azienda di Villapaiera, la settimana scorsa, ha fatto fare un salto sulla sedia al segretario generale della Fiom-Cgil di Belluno, Luca Zuccolotto.
Clivet frena e allunga la cassa
FELTRE Per adesso le certezze sono due: la produzione continua a risentire della crisi e del calo di commesse; e la cassa integrazione andrà avanti, per altre tredici settimane. Ma alla Clivet, la più grossa azienda privata del Feltrino, si guarda al futuro con preoccupazione. Il periodo nero prosegue e il colosso degli impianti di condizionamento industriale ne risente, anche perché il mercato europeo ristagna e i clienti “tradizionali” - per gran parte comunitari - non hanno molto da spendere.