Esito accordo ACC
Su questo epilogo, sulla chiusura finale dell’art 47 per l’assorbimento dei lavoratori ACC nella nuova fabbrica di SEST, vedo tanta prosopopea dei soliti noti, ma nessuna lettura obbiettiva della situazione attuale e dei fatti di questi due anni, e di questi giorni.
Parto da questo; questo accordo si è potuto avere solo grazie al lavoro svolto dalla FIOM, e se permettete l’immodestia, con il sostegno della Camera del Lavoro CGIL di Belluno. Non lo riteniamo esaustivo, vincolante per un effettivo riassorbimento e ricollocamento dei lavoratori ex ACC, ma se siamo arrivati perlomeno a questo punto è perché la categoria CGIL dei metalmeccanici, la FIOM, ha aperto e sostenuto per due anni una vertenza generale per il salvataggio del patrimonio collettivo della vecchia Zanussi fatto di industria e lavoratori. Abbiamo scelto di non addattarci alla chiusura dettata dai cinesi di WanBao, di lavorare contro le valutazioni di politica e sistema produttivo che dipingevano quel sito e i suoi lavoratori inutili e antistorici, di insistere presso il MISE per garantire la continuità dell’Amministrazione Straordinaria quando invece la si voleva chiudere con largo anticipo e “buttare” sulla strada lavoratori e stabilimento (anche il controverso commissario Castro).
La voce delle Istituzioni TB Mauro De Carli segretario generale Cgil Belluno
Una riflessione CGIL sullo scenario di evoluzione di ACC.
In questi giorni abbiamo visto il prodigarsi di commenti euforici circa la soluzione che il 31 gennaio è caduta nelle mani del notaio incaricato a ricevere le manifestazioni d’interesse per il caso “crisi e amministrazione Straordinaria ACC”.
Vorrei solo sottolineare il grande ruolo svolto dalle RSU e dai lavoratori, insieme a quello delle Organizzazioni sindacali, di categoria e confederali, per arrivare almeno a questo punto d’arrivo. Lo dico solo per ricordare che nel corso di questi due anni, tanti altri soggetti avevano dato per spacciato lo stabilimento di Mel, ed anzi qualcuno, che ora saluta festosamente l’offerta del gruppo LU.VE.
Ripresa economica contradistinta ancora da molte incognite, l'analisi della Cgil di Belluno
MANIFESTAZIONE A MEL - SABATO 13 NOVEMBRE 2021
A DIFESA DEL TESSUTO PRODUTTIVO ED INDUSTRIALE DEL TERRITORIO BELLUNESE
Belluno, 11 novembre 2021 - Due anni fa le organizzazioni sindacali
CGIL-CISL-UIL avevano chiamato a raccolta tutto il territorio Bellunese per dichiarare al mondo politico ed imprenditoriale il loro “NO” alla paventata chiusura di WANBAO ACC, azienda storica del comune di Borgo Valbelluna, nata dai fondi del post-Vajont e finita in mano alla multinazionale cinese Wanbao che allora decise di chiuderla.
Altre crisi stavano prospettandosi per tutto il bellunese, SAFILO in primis e poi IDEAL STANDARD, per questo tutta la provincia di Belluno seppe reagire in modo straordinario e quel 10 dicembre 2019 a Mel , capoluogo di Borgo Valbelluna, confluirono almeno 2500 persone, lavoratori e pensionati, le amministrazioni comunali della vallata e le comunità religiose con i loro Vescovi in prima fila.
LA RISPOSTA DEMOCRATICA CHE CI ASPETTAVAMO, C'E' STATA: FORTE, CONCRETA, PACIFICA, SOLIDALE
Belluno, 10 ottobre 2021 - Dopo il vile atto fascista di ieri a Roma, dove la sede nazionale della CGIL è stata aggredita da manifestanti no-vax, in verità eterodiretti da forze politiche dell’estrema destra, abbiamo aperto le nostre sedi di tutta Italia per accogliere tutti coloro che volevano respingere la brutalità e gli indirizzi dei fatti che hanno coinvolto la nostra organizzazione.
Chi dà poca importanza al significato delle parole non capisce o sottovaluta che non si può gridare “libertà” distruggendo fisicamente i simboli di chi ha volutamente dedicato la sua vita alla costruzione di una società libera che fra le altre cose ti permette di manifestare liberamente. La storia di questo Paese non può essere riscritta di chi assiste inerte, o condivide l’azione di coloro che vogliono distruggere le sedi dei sindacati, attacca il Parlamento, minaccia i giornalisti.
Fino a quando esisteranno comportamenti squadristi e violenti nascosti dietro una presunta libertà di pensiero e questi saranno giustificati o tollerati; fino a quando qualcuno vorrà farci riflettere sul ventennio e griderà alla goliardia del saluto romano, fino a quando il ventennio è da studiare come un qualsiasi altro periodo storico senza comprendere cosa significava per lo squadrismo militante pensarla in modo diversa dagli squadristi, fino a quando qualcuno penserà con un sorrisino che i fatti di ieri sono il frutto di pochi disadattati o di una frangia minoritaria di nostalgici fascisti, vorrà dire che abbiamo ancora il dovere di essere antifascisti.
Oggi quindi è ancora in gioco la tenuta democratica della nostra società.
Per questo la CGIL, anche quella di Belluno, ha aperto le sue sedi a tutta la cittadinanza, perché crede al valore democratico della partecipazione, perché vuole raccogliere gli attestati di solidarietà che a frotte sono arrivati, dalla politica alla società civile, soprattutto da lavoratori, RSU e pensionati.
A Belluno tutte le nostre sedi erano aperte, con tutti i nostri funzionari, hanno aperto anche le sedi dei Pensionati e dei recapiti esterni, abbiamo fatto vedere il nostro radicamento locale, tra la gente oltre che dentro le fabbriche, per riprendere quella spinta a discutere sui tanti temi sociale ed economici che ci hanno sempre visto protagonisti e che ora ci vedranno intensificare la nostra azione sindacale. Servirà maggiore unità, quell’unità che con CISL e UIL ci porta già il 16 ottobre a manifestare a difesa della libertà e della democrazia e della nostra Costituzione, a Roma, proprio dove ieri la destra fascista ha tentato di colpire la nostra Democrazia.
Mauro De Carli - Segretario Generale CGIL di Belluno